"A essere sinceri non so se questa storia la sto scrivendo dall'Inferno o dal Purgatorio.
Sicuramente non dal Paradiso perché non ricordo proprio di essermi confessato, di aver ricevuto l'assoluzione e fatto penitenza per quella rete sacrilega che realizzai al campetto di calcio dell'Oratorio dei Cappuccini.
Non so nemmeno se queste mie memorie siano state invece rievocate da qualche medium che ormai ha smesso la professione per spassarsela con i diritti d'autore per la loro pubblicazione.
So soltanto che quella notte all'obitorio con Solonis, Silvana, i due giannizzeri e me, qualcuno ci doveva sicuramente lasciare la pelle.
E le proiezioni dimostravano, senza ombra di dubbio, che uno dei candidati più votati al trapasso ero proprio io.
Tutto a causa di un'idea in fondo nemmeno tanto geniale e di una serie di circostanze che fecero precipitare una situazione che all'inizio non aveva proprio nulla di drammatico."